Voi fate pure i seri o i cazzoni come preferite, non vi riterrei indiscreti. Mi basta, e lo dico francamente e dalla mia più sincera voce, che sia ascoltato. In realtà vorrei essere anche abbracciato, consolato. Lo dico in maniera diretta.
Oggi, in sostanza, ho concluso la mia relazione durata due anni e mezzo. Ora, con precisione è successo questa mattina, a Firenze, ero a casa sua. Sono tornato da me alle 8 e mezza di questa sera, ho passato il giorno in viaggio e ho cercato di vivermela tutta al meglio. Però non sono un robot, infatti sono lì lì per.
Non s'è concluso con un litigio, quindi comunque non è stata una cosa tragica, in negativo. Si è dovuto chiudere perché non funzionava, io ce l'avevo chiaro dall'inizio: è partita sotto una sua incessante insistenza di fronte a me, che ero un muro e non volevo avere nulla che fosse più d'un'amicizia; poi ci abbiamo provato, ma quante ne abbiamo vissute. Cose bellissime. E cose brutte. Nonostante questo intenso ripetersi di impegno e tentativi, nell'ultimo anno sono venute fuori sempre più scaramucce e crepe nel rapporto, finché non abbiamo capito che proprio non funzionava. Anche dopo averlo capito, io, da umano debole quale sono, ho cercato in tutti i modi di far andare comunque avanti il rapporto, e per questo oggi sostanzialmente ho dovuto realizzare che per quanto ci provassi la cosa non era possibile. E si è chiuso.
Dal suo lato, però, c'è l'intento di troncare i rapporti del tutto, dal mio c'era quello di vivere la separazione insieme. Visto che c'è stata una specie di dipendenza finora, il solo fatto di sapere di non poter più contare - in qualunque modo - su quella persona, un po' mi distrugge. Poi va be', c'è la parte romantica di tutti gli innamorati, che è la solita storiella: tutte le cose condivise e passate assieme che mi scivolano sotto gli occhi.
Sono comunque propenso a vivere questa cosa in modo particolare, più positivo che negativo; più: la perdita segna un nuovo inizio.
È comunque difficile. Più che altro sapendo come, dall'altro lato, quella persona stia probabilmente affogando nelle lacrime.
Ok. Ora che l'ho detto a qualcuno mi sento un po' meglio.
Tutte quelle cazzate sul "dillo, guarda che ti alleggerisce!" che io critico sempre sono vere.
Il fatto è che ho una marea di conoscenti, ma veramente pochi amici, e anche tra gli amici non ne ho alcuni davvero davvero stretti.
Quindi alla fine del giro non saprei nemmeno a chi parlarne, visto che è una cosa intima e che, prima di sottoporla al giudizio di persone che conosco fisicamente, vorrei ponderare.
Il punto è che non mi va nemmeno di trattenermi. Di fare il forte.
Anzi, ho proprio voglia di fare la vittima. Sto male.
Bene, non saprei come andare avanti.
Nulla cambierà nel mondo, con te.*
In un'epoca lontana, al tempo degli Dèi,
vi fu la genesi della stirpe umana.